I fratelli Wright e il potere della collaborazione

I fratelli Wright e il potere della collaborazione

Il 17 dicembre 1903 i fratelli Orville e Wilbur Wright fecero, a turno, quattro voli con la loro macchina volante artigianale, il più lungo dei quali durò 59 secondi e coprì una distanza di quasi 260 metri.

Ma come fecero questi due meccanici di biciclette di Dayton, Ohio, a battere i maggiori scienziati, che potevano contare su ricchi finanziamenti, e vincere la gara internazionale per la costruzione del primo aereo?

Lo psicologo Keith Sawyer ne è certo e lo spiega nel libro “La forza del gruppo. Il potere creativo della collaborazione” (ed. italiana Giunti). I Wright attingevano al potere della collaborazione: l’invenzione nasceva dalla conversazione costante e da un continuo lavoro fianco a fianco.

Wilbur Wright, in seguito, l’ha spiegato così: “Fin da bambini mio fratello Orville e io abbiamo vissuto insieme, giocato insieme e, di fatto, pensato insieme. […] cosicché quasi tutto quello che abbiamo fatto nella vita è stato il risultato di conversazioni, suggerimenti e discussioni fra noi”.

I fratelli Wright tenevano un diario dettagliato di questa loro collaborazione, che nasceva da una serie continua di idee, dove ogni scintilla innescava la successiva.

E così, migliorando il progetto per almeno tre anni, riuscirono ad arrivare a quella fredda giornata di dicembre del 1903 in cui tutti i pezzi andarono a posto e riuscirono a spiccare il volo.

Il Flyer restaurato allo Smithsonian “National Air and Space Museum”

Se è vero che i fratelli Wright avranno sempre un posto speciale nella storia dell’aviazione, anche gli aerei attuali si sono sviluppati attraverso un processo di collaborazione invisibile. Già all’inizio della Prima guerra mondiale la maggior parte delle idee originali dei Wright era stata sostituita da tecnologie più efficaci.

Siamo attirati dall’immagine del genio solitario che in un momento magico d’intuizione cambia il corso del mondo. Ma per lo psicologo Keith Sawyer è un mito: le innovazioni rivoluzionarie sono piuttosto il prodotto del genio del gruppo.

Quando collaboriamo, la creatività si dispiega fra una persona e l’altra, le scintille si diffondono più rapide e il tutto è maggiore della somma delle parti.